Attaccante (legenda) (Franco Nicolussi - Guerin Sportivo - 28 ottobre 2003)
NICOLA BAGGIO
Nato a Caldogno (Vi) il 15 agosto 1985
Esordio in A: -
A Caldogno, nel vicentino, Fiorino Baggio ha sempre coltivato una sfrenata
passione per il ciclismo e per Eddy Merckx in particolare, tanto da
chiamare l'ultimo degli otto figli proprio come il celebre "cannibale"
belga. Però non avrebbe mai immaginato di diventare capostipite di una
famiglia tanto importante per il calcio italiano. Anche perché il
primogenito, Walter, nonostante la passione per il pallone e per l'Inter,
nella breve carriera di calciatore dilettante non aveva avuto troppa
fortuna. Ma poi è arrivato Roberto, il campionissimo che il mondo ci
invidia. E mentre anche Eddy (103 reti in carriera tra B, C1 e C2,
approdato quest'anno al Vicenza dalla Salernitana) sta provvedendo a
tenere alto il nome del casato, ecco affacciarsi alla ribalta la seconda
generazione dei Baggio. Sulla rampa di lancio Nicola, figlio di Walter, e
altri cinque nipoti tra i quali Mattia, figlio di Roberto. Nicola, 18 anni
(è nato il 15 agosto 1985), trequartista, si è messo in luce in questo
primo scorcio di stagione nella Primavera del Vicenza (pur impiegato
part-time, ha realizzato una doppietta contro l'Udinese). E subito è
scattato l'inevitabile paragone con il più celebre zio: «Lo so benissimo
che il cognome che porto suscita enormi aspettative, ma ormai non ci
faccio più caso. Anche perché zio Roberto resta un campione
inavvicinabile. Io non sono ancora nessuno. E se solo facessi una piccola
parte di quello che ha combinato lui, sarei già più che soddisfatto».
Il calcio collocato nella giusta dimensione, come papà Walter e mamma
Angela hanno insegnato a lui e a suo fratello Matteo (15 anni e, manco a
dirlo, calciatore): «Correttezza, serietà, impegno e voglia di
migliorarsi, sia in campo che nella vita di tutti i giorni: i consigli dei
miei genitori si possono riassumere in questi concetti. E anche i nonni
materni, Ferdinando e Aurora, che sono i miei primi tifosi, mi ricordano
sempre di restare con i piedi per terra». Studente all'ultimo anno di
ragioneria, la vita di Nicola si sviluppa tra la (non troppo amata) scuola
e Vicenza (il suo paese, Rettorgole, frazione di Caldogno, è alle porte
del capoluogo berico). La culla in cui è maturato il successo dei Baggio:
«Una città che ci ha dato e che continua a darci tanto. Al di fuori del
calcio la mia vita è molto semplice: lo studio, le uscite con gli amici,
una famiglia unita e vicina che cerco di godermi fino in fondo. Un
privilegio, per me, a differenza di molti miei compagni di squadra che
sono constretti a vivere lontano da casa. La fidanzata? Non l'ho e
francamente non ne avverto la mancanza: c'è tempo per pensare a queste
cose».
Parlando dei sogni da realizzare e degli idoli a cui ispirarsi, emerge un
carattere piuttosto vivace: «Chiaro che non mi dispiacerebbe esordire nel
calcio professionistico con la maglia numero dieci del Vicenza. Mi
piacciono i giocatori di estro e fantasia, come Roberto, Totti e Del
Piero. Ma il mio vero idolo non ha niente a che fare con il mondo del
calcio. Si tratta di Valentino Rossi, autentico fuoriclasse del
motociclismo, interista come me. Un personaggio straordinario, dissacrante
e al tempo stesso vincente. Sono stato molto contento che abbia vinto
ancora il mondiale di Moto GP».
Campione da podio. Là dove papà Walter non è riuscito ad arrivare e dove
vorrebbe che Nicola arrivasse, pur nella consapevolezza (da genitore
responsabile) che il cognome e la storia di famiglia non devono diventare
un assillo: «Per molti che cominciano a giocare, pochissimi arrivano a
sfondare. Ovviamente, da inguaribile innamorato di questo sport, mi
piacerebbe che mio figlio si imponesse. Ma metto anche in conto che il
calcio possa restare per lui soltanto un semplice hobby. L'importante è
non farsi sfuggire le occasioni che la vita ti offre: questo Nicola non
deve mai dimenticarlo».
Difficile, al momento, immaginare un futuro lontano dal rettangolo verde.
Ma se proprio dovesse accadere, di sicuro Nicola non rimarrebbe dietro una
scrivania come suo padre, che da anni lavora in banca: «Il primo traguardo
è il diploma di ragioniere. Poi potrei prendere in considerazione
l'eventualità di scrivermi al corso di laurea in Scienza Motorie. Un modo
come un altro per stare in movimento e a contatto con la gente».